medium_bologna competitiva.gif

large_BOLOGNESE.gif

TOUR VIRTUALE

BREVE TOUR VIRTUALE DI BOLOGNA
Fare click sui link per le fotografie dei luoghi descritti

 

Nel 1200 il Comune espropria numerose case e chiese per creare l'odierna Piazza Maggiore e costruisce il primo complesso di palazzi adibiti appositamente a svolgere funzioni pubbliche: il Palazzo del Podestà, di Re Enzo e del Capitano del Popolo. L'attuale suo aspetto è il risultato di più epoche, come di diverse epoche sono gli edifici che la circondano e che le danno una impronta austera e nobile. Sul suo lato Sud si leva, dominandola dall'alto di una gradinata, la monumentale chiesa si San Petronio, eretta dal 1390 al 1659, la cui scura facciata, imponente pur nella sua grezza nudità, s'illumina nel portale mediano dei potenti rilievi di Iacopo della Quercia. La chiesa ha una curiosa meridiana il sole che filtra da un buco nella volta indica l'ora sul pavimento della navata sinistra. Inoltre è una delle più antiche (iniziata nel XIII sec.), belle e vaste piazze d’Italia;attualmente misura 115 m in lunghezza e 60 m in larghezza. Qui si adunavano le folle per ascoltare le leggi, i proclami, le decisioni del governo, le sentenze capitali, che venivano comunicate dalla balconata del Palazzo del Podestà. Inoltre, si facevano tornei di cavalieri, vi si davano feste popolari con "alberi della cuccagna" e spettacoli di burattini; circa 100 anni fa piazza Maggiore accoglieva i banchi di verdura ed ogni settimana si teneva il mercato.

Il centro di Bologna, il cosiddetto "centro monumentale" non è tutto qui, d'accordo, ma sicuramente come inizio di una visita non c'è male. Proviamo a elencarli: la basilica di San Petronio (con annessso museo), il palazzo dei Notai, il palazzo Comunale (con la collezione d'arte moderna), il palazzo del Podestà con alle spalle quello di Re Enzo, la fontana del Nettuno, il palazzo dei Banchi.

Ammiriamo la duecentesca piazza Maggiore dall'elegante pavimentazione, dove si svolgevano tornei, esecuzioni e manifestazioni, magari passeggiando nei pressi della piazza del Nettuno, dove sorge l'omonima fontana Giambologna. Fu lui infatti nel 1564 a studiare l'andamento spiraliforme per indurre lo spettatore a girare intorno al Gigante (così i bolognesi chiamavano affettuosamente il dio dei mari perchè Nettuno è alto tre metri e 20 centimetri e pesa oltre 2 tonnellate). Il disegno dell'intero complesso si deve invece all'architetto palermitano Tommaso Laureti che ricevette l'incarico direttamente dal papa Pio IV nel 1563. A fianco ecco il palazzo del Podestà, opera incompiuta dell'architetto Aristotele Fioravanti che lo progettò nel XV secolo. Pregevole il salone interno, che misura 61 metri per 14. Qui avevano sede le magistrature del governo bolognese. Dalla balaustra venivano letti gli statuti e i bandi del comune, nonchè le sentenze di morte che venivano prontamente eseguite in piazza il sabato, giorno di mercato. Dirimpetto si erege invece palazzo D'Accursio, con l'audace scalone del Bramante, sede del comune e di molte collezioni artistiche (vi si trovano opere moderne e copolavori del Guercino, dei Carracci, di Canova e Tintoretto).I numerosi restauri e ampliamenti hanno portato ad altrettanti cambiamenti nei corpi originali. A sinistra del portale c'è la bellissima "Madonna col bambino" realizzata da Niccolò dell'Arca nel 1478.

La torre dell'Orologio domina invece il lato sinistro dell'edificio e quasi sfida la torre dell'Arengo del palazzo del Podestà. Dietro a quest'ultimo c'è il palazzo di Re Enzo, chiamato così proprio il figlio dell'imperatore ghibellino Federico II vi fu rinchiuso dai guelfi bolognesi e tenuto prigioniero per quasi trent'anni fino alla morte, avvenuta nel 1272. A destra del palazzo Comunale troviamo il palazzo dei Notai, nella cui facciata si può ancora ammirare lo stemma della potente società medioevale. Splendide le bifore ed elegante la merlatura che ne slancia la facciata. A fianco del rosso edificio ecco la quinta chiesa (per grandezza) del mondo. San Petronio, la chiesa madre dedicata al patrono della città è tanto bella quanto grande. Davvero unico il portale costato a Jacopo della Quercia ben dodici anni di lavoro, inserito in una facciata purtroppo incompleta nonostante i quasi tre secoli di lavori. Lo scultore senese vi narra la storia del vecchio e del nuovo testamento, un'opera che suscitò l'ammirazione entusiastica di Michelangelo. Il portale è poi completato da trentadue figure di patriarchi e profeti scolpiti, oltre che da Jacopo da Domenico da Varignana e Amico Aspertini. Ma grossi nomi e splendide opere si trovano anche nell'interno. Da Giulio Romano al Parmigianino dal Vignola al Masaccio. In quello che è stato definito l'ultimo monumento gotico europeo sono i numeri a dire la loro. Le tre navate interne, separate da dieci pilastri alti quasi quaranta metri, si aprono su ventidue ricchissime cappelle per una lunghezza vicina ai 135 metri. E' alta 51 metri e può contenere fino a 28 mila persone. E pensare che il progettista, Antonio di Vincenzo, la voleva ancora più lunga... Dal vicino palazzo dei Banchi, costruito all'inizio del XV secolo per ospitare i cambia valute e poi rifatto su disegno del Vignola, parte il portico forse più caro ai bolognesi, quello del Pavaglione, che risale al 1565 e sotto al quale si svolgeva il mercato dei bozzoli di seta. Qui passeggiava tutti i giorni Giosuè Carducci.

Più avanti è il palazzo dell'Archiginnasio, prima sede della celeberrima università bolognese ("Mater alma studiorum" il suo motto) e il cui chiosco si affolla in estate per mostre e concerti. Attiguo è il museo Civico Archeologico, che ospita una preziosa raccolta di reperti egizi, villanoviani, romani ed etruschi. Nello stesso, immenso edificio si trovano poi i cimeli del museo del I e del II risorgimento. Alle spalle del palazzo dei Banchi sorge sorge la chiesa di Santa Maria della Vita, resa celebre dalla cupola del Bibiena e dal gruppo in cotto della "Pietà" di Niccolò dell'Arca, sconvolgente per impatto emotivo e fedeltà realistica. Momentaneamente l'opera è però sistemata nella pinacoteca. Sempre proseguendo per via Clavature si giunge in via Castiglione, (la strada preferita da Stendhal).

Proprio alla confluenza delle due strade, a destra e sinistra si trovano due edifici bellissimi, classici esempi di arte rinascimentale. Si tratta rispettivamente di Palazzo Pepoli Campogrande e Palazzo della Mercanzia. Il primo è un vasto edificio barocco in mattoni che riserva sorprendenti saloni affrescati dei secoli XVII e XVIII. Il palazzo della Mercanzia si apre sull'omonima piazza, un tempo conosciuta come "il Carrobbio", centro di tutte le strade della città. L'edificio, che risale al 1384, è celebre per il balcone sormontato da un baldacchino in pietra d'Istria che sembra ricamato più che scolpito.

Noto anche come "Le Sette Chiese", è il sancta sanctorum di Bologna e riunisce diversi edifici dedicati alla Passione di Gesù. Il nucleo originale fu edificato nel VIII sec. su un tempio pagano dedicato ad Iside. È qui che sono custodite le spoglie di S. Petronio. Una piazza di rara bellezza, da qualche anno tornata allo splendore originario, con la sua configurazione a cucchiaio e il selciato romano, oltre al complesso di edifici risalenti a epoche diverse che le fanno da cornice. Qui sorge la Basilica di Santo Stefano, o meglio la basilica delle Sette Chiese, volute nel V secolo dal vescovo Petronio che si prefisse lo scopo di riprodurre i luoghi della passione di Cristo. L'attuale fisionomia della basilica risale al 1930 (oggi sono visibili sono quattro delle sette chiese originarie). Piazza Santo Stefano, situata nel centro di Bologna, è considerata una delle piazze più belle d'Italia: percorrendola si ha l'impressione di ritornare magicamente indietro nel tempo, fino al Medioevo. Sulla piazza sorge un edificio cui si deve gran parte di questa magia: la Basilica di Santo Stefano. Il complesso, detto anche delle Sette Chiese, comprende edifici di diverse epoche collegati da passaggi interni ed è attraversato da chiostri, cripte e cortili. Dopo una serie di lavori e rifacimenti, la Basilica comprende oggi quattro chiese: la Chiesa del Crocifisso (quella con l'ingresso principale), la Chiesa del Santo Sepolcro (dove sono conservati i resti di San Petronio), la Chiesa della Trinità e quella dei Santi Vitale e Agricola (la prima ad essere eretta).

La visita si conclude davanti ai simboli universalmante ricordati della città felsinea, le torri della Garisenda e degli Asinelli. Prendono il nome delle potenti famiglie bolognesi che ebbero il permesso di erigerle, anche se la più bassa fu fatta in seguito "accorciare" perchè c'era il rischio che precipitasse da un momento all'altro. Le due torri si trovano, oltre che con via Castiglione, all'incrocio con altre quattro strade. Tra le loro caratteristiche l'inclinazione "inversa". Quella degli Asinelli (alta 97,20 metri ed eretta all'inizio del 1100) pende di circa nove metri verso via Rizzoli, quella della Garisenda (la più bassa, anche se misura 48,16 metri), invece, "guarda" verso la parte opposta. Proprio dalla sommità della torre degli Asinelli (498 gradini) è possibile ammirare il panorama della città, con la struttura a raggiera entro il percorso delle mura. A questo proposito è curioso ricordare come, nel Medioevo, Bologna contasse oltre cento torri delle quali adesso se ne possono ammirare solo una ventina.